PROGETTO CHAPLIN / IL CINEMA RITROVATO 2012
DOSSIER LIMELIGHT, 60 ANNI DOPO | Venerdì 29 giugno, ore 18.00, cinema Lumière
Durante la lavorazione di Easy Street, tra il dicembre del 1916 e il gennaio del 1917, la compagnia dei Balletti Russi arrivò a Los Angeles durante la sua seconda e ultima tournée americana, che si rivelò finanziariamente disastrosa. L'allora ventisettenne Vaslav Nijinsky si recò in visita ai Chaplin Studios per tre giorni successivi, mentre Chaplin assistette a una delle esecuzioni di Sheherazade, a cui Nijinsky volle aggiungere l'Après-midi d'un faune in suo onore. L'ammirazione era reciproca. Osservando Chaplin sul set Nijinsky non rise mai ma alla fine della giornata gli disse: "La sua recitazione è simile a una danza. Lei è un ballerino nato". In seguito, Chaplin dirà di lui: "Ho visto pochi geni al mondo, e Nijinsky è uno di questi. Era ipnotico, come un dio... ogni suo movimento era poesia, ogni balzo come un volo verso una strana fantasticheria". Un anno o due dopo il loro incontro il comportamento di Nijinsky si era già fatto instabile e da lì a poco degenerato nell'impenetrabile follia che lo avrebbe condotto a un esilio permanente.
Vent'anni dopo, come testimoniano i numerosi appunti, Chaplin lavorò a un progetto per un film ispirato al grande ballerino. Man mano che la stesura della storia procedeva, il nome del protagonista cambiava da Nijinsky, Naginsky, Tamberlain, Tamerlain, Neo e Kana: per un certo lasso di tempo Chaplin prese in considerazione il titolo: Tamerlain of the Ballet Continental. Ogni stesura del progetto presenta elementi ricorrenti, quali il rapporto conflittuale tra la dedizione professionale del ballerino e i suoi amori e la preoccupazioni per la carriera di una danseuse molto più giovane di lui. Attorno allo stesso periodo, Chaplin stava sviluppando idee per un film sulle imprese di una troupe di acrobati di music hall; ma entrambi i progetti furono accantonati e Chaplin realizzò prima The Great Dictator e poi Monsieur Verdoux. Tuttavia, numerosi elementi di questi due progetti furono recuperati e incorporati nella sceneggiatura Footlights alla quale Chaplin si dedicò dai primi mesi del 1948, indubbiamente un periodo molto buio per gli Stati Uniti d'America. Nell'ottobre 1947 i cosiddetti ‘Hollywood Ten' (i ‘dieci di Hollywood') denunciarono l'operato dell'House UnAmerican Activities Committee (Comitato per le Attività Antiamericane) e nell'aprile del 1948 furono condannati a un anno di reclusione per oltraggio alla legge. Monsieur Verdoux fu oggetto di boicottaggio e dimostrazioni ostili da parte del pensiero dominante. Limelight, frutto senz'altro di una reazione a questo stato di cose, si sarebbe rivolto nostalgicamente al passato, a un altro mondo, ai music hall del giovane Chaplin e dei suoi primi successi teatrali.
Chaplin adottò un metodo di lavoro del tutto inedito per la stesura della sceneggiatura. Iniziò scrivendo la storia sotto forma di romanzo, che prese il titolo di Footlights e che fu revisionato e adattato incessantemente fino a raggiungere la forma di una sceneggiatura. Esistono inoltre due tracce a se stanti rispetto al resto del romanzo, che raccontano la vita dei due protagonisti, il vecchio comico Calvero e la giovane ballerina Tereza, prima dell'inizio della storia raccontata nel film. Se Footlights/Limelight abbonda di ricordi autobiografici e nostalgici, le storie di Calvero e Tereza riflettono piuttosto l'esplorazione personale e la speculazione di Chaplin su alcuni eventi relativi alla vita dei suoi genitori, le loro rispettive vite e la loro separazione, molti dei quali costituirono sempre un mistero per lui. A sessant'anni dall'uscita di Limelight, i preziosi documenti, conservati nell'Archivio Chaplin e riportati alla luce, assieme ad alcuni preziosi scatti inediti, grazie al lavoro di catalogazione e digitalizzazione del Progetto Chaplin, aggiungono una nuova dimensione alla biografia di Chaplin e alla genesi del film.
RESTAURO INTEGRALE DELLE COMICHE ESSANAY E KEYSTONE | Sabato 30 giugno, ore 22.00, Piazza Maggiore
Il restauro delle comiche Essanay e Mutual è l'ultimo prezioso tassello del più ampio progetto di restauro dell'opera omnia chapliniana intrapreso dalla Cineteca di Bologna e dall'Immagine Ritrovata nel 1999: dieci lungometraggi, sette tra mediometraggi e featurettes, oltre alle trentacinque comiche della casa di produzione Keystone restaurate in collaborazione con il British Film Institute e Lobster Films.
Nuovamente insieme a Lobster Films e con il sostegno degli eredi Chaplin, il progetto si pone l'obiettivo di restaurare i ventisei titoli realizzati da Charlie Chaplin tra il 1915 e il 1917 per le case di produzione Essanay e Mutual, integrando alla preziosa collezione ‘Blackhawk Film' i nuovi materiali recentemente rinvenuti in diversi archivi internazionali, avvalendosi della più avanzata tecnologia digitale e di una consolidata esperienza nella comparazione e nell'analisi filologica dell'opera chapliniana.
The Rink, Stati Uniti, 1916, Regia: Charles Chaplin
Easy Street, Stati Uniti, 1917, Regia: Charles Chaplin
The Immigrant, Stati Uniti, 1917, Regia: Charles Chaplin
FILIAZIONI CHAPLINIANE: ROBERT ALDRICH
a cura di Peter von Bagh
Nella nostra programmazione dedicata ai collaboratori di Chaplin, Robert Aldrich (1918-1983) è un caso a sé stante, non fosse che per la sua brillante carriera. Negli anni Cinquanta, grazie a film come Vera Cruz, Un bacio e una pistola, Il grande coltello e Prima linea divenne l'idolo dei cinefili, alla stregua di Nicholas Ray e Anthony Mann. Pur mancando di uniformità, la sua produzione successiva continuò a essere disseminata di opere notevoli e spesso straordinarie. Tra queste, Ultimi bagliori di un crepuscolo è una delle meno note. Questo capolavoro di Aldrich uscì quindici anni dopo A prova di errore di Lumet e Sette giorni a maggio di Frankenheimer ed è tra i migliori film fantapolitici insieme al Dottor Stranamore di Kubrick. Per rendere questa esperienza davvero unica presentiamo la versione originale di due ore e trenta minuti in una rara copia Cinemascope.
Ma torniamo a Chaplin. Il cinema di Chaplin sembra lontano anni luce dalle visioni del suo assistente. Ma forse non è così. Pensando ai film di altri assistenti di Chaplin presentati nelle passate edizioni del Festival, si impone una considerazione: Aldrich (che lavorò anche con Losey, Wellman, Milestone, Renoir e Abraham Polonsky) fu il solo a condividere la visione radical del Maestro, descrivendo il disperato conflitto tra sistema e individuo, il folle potere del primo e la vulnerabilità di entrambi; come il regista di Tempi moderni e Un re a New York, era addolorato dalla tragedia del suo paese. Robert Aldrich era tenace come il suo Maestro.
martedì 26 giugno, ore 9.00, cinema Jolly
The Big Knife, Stati Uniti, 1955, Regia: Robert Aldrich
venerdì 29 giugno, ore 9.00, cinema Jolly
Twilight's Last Gleaming, Germania-Stati Uniti, 1977, Regia: Robert Aldrich